Ottobre 6, 2024
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Il tema della sostenibilità sta diventando sempre più centrale all’interno dei contesti organizzativi. Le imprese hanno la responsabilità di perseguire e raggiungere gli obiettivi ESG, Environmental, Social and Governance, al fine di migliorare il loro impatto sulla società e sull’ambiente. L’obiettivo social pone particolare attenzione alle pari opportunità e ai programmi di benessere e di inclusione. Tra le azioni necessarie affinché le questioni sociali di un’azienda migliorino, vi è quella dell’educazione finanziaria sul posto di lavoro. Quest’ultima sta affermandosi come un benefit da corrispondere ai dipendenti per favorire maggiore produttività e fidelizzazione.

L’educazione finanziaria come benefit aziendale

I benefit aziendali rappresentano ormai uno strumento imprescindibile per migliorare l’esperienza dei dipendenti. Non è un caso che negli annunci di lavoro, i candidati prestano molta attenzione alla sezione dedicata ai benefit. Così come durante i colloqui, i candidati pongono sempre più domande relative ai benefit che l’azienda mette a disposizione. Oltre a quelli classici, tra cui buoni pasto, buoni acquisto, polizze assicurative, c’è un nuovo tipo di benefit molto ricercato, ed è quello dell’educazione finanziaria.

In una società in cui vi è una scarsa alfabetizzazione finanziaria, i lavoratori vorrebbero poter acquisire sul luogo di lavoro le competenze affinché possano gestire con serenità le proprie entrate. Secondo i dati Ocse, in Italia meno di un adulto su cinque supera la soglia minima di alfabetizzazione finanziaria. Sono 53 su 100 i punti raggiunti dall’Italia in merito alle conoscenze finanziarie. 

Più del 20% degli studenti italiani non raggiunge il livello base di formazione

Infatti, è stata confermata l’introduzione nelle scuole dell’educazione finanziaria. 

C’è da dire, inoltre, che l’inflazione e l’aumento del costo della vita sono senz’altro l’anticamera di questa nuova esigenza formativa. Tra le tante spese a cui ogni persona deve far fronte, talvolta è complicato, se non impossibile, riuscire a racimolare un gruzzoletto. E il rialzo dei prezzi di beni e servizi di certo non aiuta. Così come non aiutano le elevate tassazioni sugli stipendi.

Una ricerca condotta da Fondazione Magna Carta, ha rilevato che un giovane su tre ha paura di avere figli e tra le cause principali ricorre la preoccupazione di non avere sufficienti risorse economiche. Ne è la prova il forte calo demografico che attanaglia il nostro paese. I tassi di natalità sono al minimo storico. 

A maggior ragione, le imprese rivestono un ruolo cruciale nel supportare i dipendenti nella conciliazione tra vita professionale e vita privata. Per esempio, i programmi educativi a sostegno della genitorialità, i congedi, gli incentivi economici, sono iniziative efficaci nel favorire il benessere e la serenità dei lavoratori. E ad oggi risulta efficace e fondamentale anche la presenza di programmi di educazione finanziaria sia nelle scuole che nei luoghi di lavoro. 

Essere un’impresa sostenibile vuol dire soprattutto predisporre le condizioni affinché le persone riescano a lavorare senza stress, in un ambiente sano, etico e inclusivo. Vuol dire generare valore, ridurre le disuguaglianze sociali, culturali, economiche.

In che modo un’impresa può garantire come benefit l’educazione finanziaria?

Le organizzazioni potrebbero inserire nei loro piani di sostenibilità, programmi di educazione finanziaria, magari attraverso corsi di apprendimento digitali. Oppure attraverso la gamification, ovvero un metodo formativo che utilizza il gioco come strumento per favorire il coinvolgimento emotivo.

Gli adulti manifestano un impellente bisogno di migliorare la propria gestione finanziaria e il luogo di lavoro potrebbe essere uno spazio opportuno per farlo. Inoltre, offrire questo benefit significherebbe impattare positivamente sulla produttività e sui comportamenti dei lavoratori. Sarebbe opportuno che anche le discipline più ostiche, come appunto la finanza, il diritto del lavoro, fossero accessibili a tutti attraverso l’utilizzo di un linguaggio chiaro e fruibile.

Molti dipendenti, infatti, sono impreparati circa i piani pensionistici, i piani di risparmio, i bonus governativi. Altri ancora hanno difficoltà nell’interpretare e leggere la busta paga. Dunque, garantire un’educazione finanziaria permetterebbe alle persone di agire in modo più consapevole e di godere di maggiori diritti. In tal senso, le organizzazioni risponderebbero agli obiettivi ESG, in quanto contribuirebbero alla tutela dei diritti umani e sociali.

Troppi sono i giovani e gli adulti che temono di affrontare il futuro, perché il presente appare incerto e frammentato. Perché si avvertono una precarietà e una incompetenza economica che inibiscono la costruzione del domani.

Tuttavia, questi timori possono e devono essere superati attraverso opportunità formative, pratiche di welfare aziendale e maggiori possibilità di dialogo tra attori pubblici e privati.

Emanuela Mostrato

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