Aprile 29, 2024
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In passato mi hanno detto che ho il cosiddetto “spirito di contraddizione”: tendo a contestare tutto ciò che mi viene detto e a fare sempre qualcosa di leggermente diverso da quello che ci si aspetta da me. Da un po’ di tempo a tutti piace usare la parola resilienza e, per come sono fatta io, dovrei
schierarmi con quelli che la disprezzano. Però ci ho riflettuto molto e sono arrivata ad una conclusione inaspettata.
Per chi non ha mai usato dire resilienza, qui lascio qualche definizione.
La prima, memorabile, ce la fornisce mio padre, che alla domanda: “cosa pensi della resilienza?” ha risposto spontaneamente: “io sono resiliente perché sono resistente e paziente”. Ci ho messo un po’ per rendermi conto che aveva fuso res-istente e paz-iente, ma è stato ugualmente uno spunto.

Per chi non è rimasto soddisfatto dalla risposta di papà,

la nostra amica Treccani ci dice che con questa parola si intende la capacità di reagire di fronte a traumi, difficoltà, ecc. [tranquilla Wikipedia, ti ho tradita stavolta ma ti voglio ancora bene]
Se il significato è questo, a chi non piacerebbe definirsi resiliente? In fin dei conti è un bel significato, no? Ci sono sicuramente una marea di altre parole che indicano la stessa cosa, però per qualche motivo dal 2014 in poi si sente dire “resilienza” e “resiliente” da tutte le parti.
Perché proprio resilienza? Il termine in sé per sé non è poi così affascinante, anzi, mio cognato lo ha elegantemente definito cacofonico (ho interpellato un po’ tutta la famiglia, lo ammetto). In effetti è una parola usata in scienze dei materiali per definire le caratteristiche di qualche metallo. Credo che la popolarità improvvisa di questa parola rimarrà un mistero. Se ne sapete qualcosa in più, scrivetemelo nei commenti.

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Negli ultimi giorni mi sono scervellata per decidere da che parte stare, se far entrare o no resilienza nella mia vita. La svolta c’è stata quando ho scoperto che resilienza non ha singole parole che le facciano da sinonimo. La cosa mi ha incuriosita: evidentemente è una parola unica, speciale.
Per quanto possa essere usata a sproposito, credo che sia difficile far perdere il significato ad una parola così forte. La resilienza, in fin dei conti, è tutto ciò che fa differenza nella vita. Avere resilienza è ciò che distingue le persone. Perché diciamocelo, le cose brutte capitano a tutti, le difficoltà le ha anche chi sembra avere tutto. A volte il problema è semplicemente cosa è o non è considerato un problema; altre volte, invece, la differenza sta in come questo problema viene affrontato.

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Essere resiliente significa rialzarsi e, in un periodo come questo, è proprio quello di cui abbiamo bisogno. Non posso che essere felice: la resilienza porta con sé molta positività ed è un bene che sia un concetto di moda. Spero solo che chi ama definirsi resiliente agisca di conseguenza.

Elsa Buonocore

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