Aprile 18, 2024
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Quando si parla di metaverso molti di noi non sanno realmente ciò di cui si parla o a cosa ci si riferisce in modo specifico. Si sa solo che è un qualcosa che si è sviluppato molto negli ultimi anni e che potrebbe avere avere un grosso impatto nelle nostre vite come, d’altronde, hanno già fatto internet e le grosse piattaforme tecnologiche. Ma è anche evidente che ci sono molti problemi al giorno d’oggi quando si parla di internet in generale. Perché, quindi, non li risolviamo prima che Mark Zuckerberg si faccia avanti col suo “successore”? La risposta a questo sta proprio nella domanda.

Il metaverso, un termine plasmato trent’anni fa ma ideologicamente di oggi, si sta costruendo intorno a noi, anche proprio come risposta ai problemi di internet.

Matthew Ball, un esperto dirigente del settore tecnologico, ha scritto “The Metaverse: And How It Will Revolutionarize Everything”, dove spiega lo sviluppo del metaverso e come questo potrà essere una vera e propria rivoluzione. Nella sua opera spiega come all’inizio del 2022, la parola “metaverso” sia apparsa nelle procedure normative più di 1100 volte. I due anni precedenti erano solo 260. E quelli prima ancora? Ancora meno. Adesso sembra quasi che ogni dirigente aziendale debba menzionare la parola “metaverso”. Ma pochi spiegano con esattezza di che cosa si tratta e come intendono costruirlo.

Sei delle più grandi aziende mondiali tra cui: Amazon, Apple, Google, Microsoft, Nvidia e Tencent si sono preparate all’avvenuta del metaverso. Si stanno riorganizzando internamente e preparando lanci di prodotti multi-miliardari. A gennaio di quest’anno, Microsoft ha annunciato il più grande acquisto nella storia delle grandi aziende tecnologiche, pagando 75 miliardi di dollari per il gigante di videogiochi “Activision Blizzard”. Quest’ultimo, si è detto, “offrirà mattoni per la costruzione del metaverso“.

In generale, McKinsey & Co., famosa multinazionale di consulenza strategica, stima che le corporazioni, le compagnie private-equity e gli investitori hanno guadagnato sui 120 miliardi $ per investimenti relativi al metaverso, durante i primi cinque mesi di quest’anno.

Ma, nonostante questo, il metaverso rimane ancora qualcosa di invisibile agli occhi delle persone comuni.

Non esiste un vero e proprio prodotto del metaverso che noi possiamo andare a comprare. Ma, quindi, come possiamo immaginarcelo? Matthew Ball ci dice di immaginarlo come un aereo virtuale dell’esistenza che si estende per tutte le tecnologie digitali e sarà persino in grado di controllare parte del mondo fisico. Sostanzialmente, possiamo pensare al metaverso come un internet in 3D.

L’internet che conosciamo oggi si espande per, quasi, tutto il pianeta e ha milioni di applicazioni, di server e quasi un miliardo di siti. E, insieme a questo, decine di miliardi di dispositivi. Ognuna di queste tecnologie può, contemporaneamente, scambiarsi informazioni, rintracciare qualcuno in rete, condividere file ecc. Ma internet si basa, essenzialmente, su quell’unico file statico, che può essere copiato e mandato da un dispositivo all altro. Quindi, nonostante il fatto che internet sia stato pensato come qualcosa di resiliente e potente, non è stato costruito per far vivere esperienze interattive che coinvolgono un gran numero di partecipanti.

Non abbiamo ne il consenso, ne dei sistemi per scambiare dati in un mondo virtuale. Ci servono molti più espedienti per realizzarlo. Non possiamo sapere in anticipo esattamente quanto sarà importante l’internet 3D per l’economia globale. Così come, anni fa, non sapevamo ancora la vera importanza di internet. Quello che avremo sarà un evoluzione. Arriveremo a “vivere” in un mondo virtuale, che non sarà semplicemente una piccola finestra della nostra vita (come instagram), ne un posto dove possiamo solamente comunicare (email), ma un mondo dove potremo esistere, in 3D.

Ci sono già centinaia di milioni di persone che che ogni giorno accedono a Roblox, Minecraft, Fortnite Creative… piattaforme che operano in decine di milioni di mondi interconnessi, che supportano una quantità consistente di identità, beni e comunicazioni virtuali. Ma si sta iniziando a voler andare oltre.

Sembrava che l’educazione potesse subire un grosso cambiamento nell’era digitale. Ma finora ha resistito.

Sembra che per il sistema scolastico occorrano più che semplici dispositivi per rendere la scuola “digitale” efficiente quanto possa essere quella corrente. Se si passa ad un ordinamento unicamente digitale si perdono molte cose, essenziali per il sistema scolastico. Il contatto visivo, i compagni, gli esperimenti fatti con mano. Le lezioni su Zoom, i video su Youtube e i test a risposta multipla digitali non possono essere degli effettivi sostituenti di una classe.

Ma nel metaverso… il “magico bus della scuola” diventa possibile.

Gli esempi pratici che vengono fatti a scuola per far imparare nozioni di fisica agli studenti, ad esempio, non vengono eliminati, ma possono essere integrati da una creazione virtuale dell’elaborata macchina di Rube Goldberg. Attraverso questa, gli studenti possono sperimentare e mettere in pratica liberamente gli insegnamenti. Ad esempio, invece di sezionare una rana potremmo viaggiare attraverso i suoi sistemi circolari non diversamente da come guidiamo nella pista del regno dei funghi di Mario Kart.

Spesso pensiamo al metaverso come qualcosa che rimpiazzerà le cose che facciamo oggi. Come indossare un visore invece di usare uno smartphone o guardare la TV. Ma, come afferma Matthew Ball:

“noi non guidiamo un GPS invece di una macchina; guidiamo una macchina con il GPS.”

Tuttavia, per la società, non è ancora chiaro che cosa voglia dire la parola metaverso.

Pensiamolo come una quarta era dei computer e della rete. Queste ere hanno cambiato moltissimo e i risultati raggiunti sono stati enormi. Ma questi erano anche molto difficili da predire. Il metaverso, a volte, è malamente descritto come uno “stato mentale reale, coinvolgente e virtuale”. I visori e la realtà aumentata possono essere dispositivi che riescono meglio ad accedere al metaverso, ma in realtà non è così. Il metaverso non è solamente Roblox, Minecraft, Fortnite o qualsiasi altro videogioco… Questi sono mondi virtuali che probabilmente fanno parte del metaverso. Così come Facebook e Google fanno parte di Internet. Bisogna pensare al metaverso come un singolo. Così come diciamo “l’internet”, non “un’internet”.

Non è qualcosa che rimpiazzerà i modelli mobili, i dispositivi o i software. Ma produrrà nuove tecnologie e funzionamenti. Questo non vuol dire che lasceremo indietro quello che preferiamo. Ora usiamo per di più i computer per scrivere… e molto probabilmente rimarrà questo il dispositivo migliore dove scrivere testi lunghi.

Il metaverso non è qui ancora (anche se alcuni lo menzionano come imminente).

Allo stesso modo, le trasformazioni non subiscono cambiamenti repentini. Ogni cosa vuole il suo tempo. Per di più, il metaverso non è intrinsecamente distopico. Questa è un’idea sbagliata abbastanza comune… perché si tende a prendere la parola metaverso dal romanzo distopico “Snow Crash”, di Neal Stephenson’s. Ed è proprio in questo romanzo che il termine è apparso per la prima volta. Probabilmente è anche a causa della lettura di romanzi come questi che molti percepiscono il metaverso come qualcosa che peggiora il mondo. Ma si sa che il dramma è la radice della narrativa. Difficilmente le storie utopiche diventano popolari.

Forse l’idea distopica proviene anche dal fatto che il metaverso darà la possibilità di condividere ancora di più le nostre vite, il lavoro, il tempo, la felicità e le relazioni all’interno di un mondo virtuale… invece che solamente attraverso dispositivi elettronici.

Ma questa è la nostra opportunità per riunire le persone e costruire un’economia globale che sia pari.

Il futuro appare ancora incerto… così come lo era nel 2000 con l’avvento di internet. Ma possiamo man mano comprendere come il metaverso funzionerà e perché, quali esperienze saranno disponibili, quando e per chi. Cosa potrebbe andare storto e cosa dovrebbe, invece, funzionare. E possiamo usare tutte queste informazioni per dare forma al futuro.

Alexa Panno

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