Il Covid ci ha messo e continua a metterci a dura prova. Nessuno al mondo sarebbe disposto a rivivere tutto daccapo, ma dobbiamo riconoscere qualche merito a questa limitante, insistente pandemia: ha fatto luce su questioni importanti. In che modo Covid, tradimenti e felicità sono collegabili?
Uno studio riporta che il 40% delle coppie romane si sono lasciate dopo il primo lockdown
La causa? Tradimenti. Perché? Troppo tempo passato assieme. In compagnia, sì, ma lontani da se stessi.
Troppo spesso ci mettiamo a tacere, troppo spesso ci confiniamo in un angolino presi dal lavoro, dalla famiglia e dalle relazioni.
Non ce ne rendiamo conto, ci illudiamo di stare bene… e invece andiamo in sofferenza. Ci priviamo delle piccole cose che esaltano la nostra anima, che le danno respiro, che le permettono di andare avanti con gioia.
Troppo spesso siamo convinti che la nostra persona si definisca in base alle relazioni che intratteniamo: “sono la figlia di, la fidanzata di, l’amica di”, quando la verità è che noi siamo un insieme esplosivo di passioni e desideri che prescindono da tutto il resto.
Dentro di noi c’è un mondo che va coltivato. È un mondo solo nostro, che alle volte abbiamo difficoltà a condividere proprio perché estremamente personale.
È giusto che sia così: è importante saper stare e voler stare soli con se stessi, amarsi e prendersi cura delle proprie passioni
Quando decidiamo di condividere la nostra vita con qualcuno diamo per scontato che due persone debbano diventare una, senza distinzioni. Quasi ci dimentichiamo di noi stessi perché le priorità cambiano, perché quelle ore di libertà quotidiana vengono occupate da un’altra persona. Amarsi, donarsi, condividere la quotidianità… tutto ciò è ineguagliabile. È speciale. Solo, però, quando si è consapevoli della propria individualità.
Non sto parlando di egoismo, se qualcuno l’avesse pensato. Parlo della maturità nel riconoscere che noi non siamo io e che io ho bisogno di me stesso al massimo della felicità per poter essere a mia volta davvero felice.
La routine quotidiana ci distrae da quello che dovrebbe essere il nostro scopo principale: essere felici e appagati, soprattutto con noi stessi. Gli altri vengono dopo.
Andiamo a lavoro e pensiamo di aver coltivato la nostra passione principale. Passiamo sei ore lontano da casa e sentiamo di esserci ritagliati uno spazio nostro. Andiamo dal parrucchiere o dal barbiere e sentiamo di aver curato noi stessi, la nostra immagine.
Ci abituiamo così tanto a quello schema da perdere di vista il senso di repressione che ci attanaglia. Ci assuefiamo.
Da Marzo a Maggio dell’anno passato la casa, la condivisione della giornata, per molti è diventata una prigione. Una volta venuti meno quei pretesti che facevano sentire liberi come il lavoro o il parrucchiere, un bel po’ di coppie si sono rese conto che non funzionavano. Ma davvero il problema deve essere imputato al Covid? Alla quarantena?
Eventualmente, potremmo dire che il Covid ci ha aperto gli occhi. Ha mostrato una triste verità: ci definiamo in base a ciò che è esterno a noi, non interno.
Se non badiamo alla nostra felicità, quella che viene dal profondo di noi stessi, figuriamoci quella degli altri.
Ecco perché Covid, tradimenti e felicità sono connessi: secondo lo studio sopracitato, la causa principale delle separazioni sarebbe stato il tradimento virtuale, il sexting
Ogni storia è a se stante e non si può mai generalizzare. Eppure, per ogni storia di tradimento che sento mi viene in mente una citazione tratta da Storia di un matrimonio di Noah Baumbach:
<<Non dovresti arrabbiarti perché sono andato a letto con lei, dovresti arrabbiarti perché ho riso con lei!>>
E così, alla fine, tutto sembra tornare a quel solo, semplice, sottovalutato concetto: la felicità.
È più facile fare la guerra. Quanto ci riesce bene difenderci durante una lite? E quanto è difficile, invece, fare un passo indietro?
Ma perché farlo? Viviamo in un paese dove, invece di insegnarci ad essere felici, passa in televisione la pubblicità di piattaforme per incontri extraconiugali.
Forse non siamo pronti a discorsi del genere. Forse viviamo in una società così ottusa da ritenere più accettabile il tradimento, la menzogna e il segreto piuttosto che il poliamore, che è trasparente nelle sue intenzioni.
Dobbiamo conservare la facciata. Dobbiamo preservare il rapporto che non ci soddisfa cacciando in tempo l’amante da casa. Queste scene passano in televisione, vengono sponsorizzate: continuate a portare avanti rapporti che non vi soddisfano o che non riuscite a far funzionare… accontentatevi, la soluzione ve la offriamo noi. Semplice e indolore. Non richiede sforzi e soddisfa l’ego, il quale illude a colui che tradisce di star sperimentando la felicità, che però non è autentica.
Non appena ci siamo allontanati dalla società (che buffa coincidenza!) a causa e grazie – azzarderei – al Covid, questa insofferenza ha trovato voce. Si è acuita.
La società ci preferisce in bilico, pronti a cadere da un momento all’altro, convinti di essere felici. Lo accetta più di quanto possa accettare la ricerca della felicità stessa, qualunque essa sia
Per tale motivo non fa nulla per aiutarci a perseguirla e per tale motivo permette di restare in bilico, ora più che mai, su tre fili sottili: una pandemia, il Covid, i tradimenti e la felicità. Dovrebbe essere questo a destare clamore, non la pubblicità della Nuvenia, ma come dicevo prima… è un discorso che non siamo pronti ad affrontare. Di questo passo, non lo saremo mai.
Maria Francesca Ruscitto
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