Casa vs Cinema, poltroncina vs divano, stasera andiamo a cinema o ci guardiamo un film a casa? L’esperienza narrativa attraverso immagini è ciò che accomuna un film a una serie tv. Attraverso il racconto di storie viviamo una particolare “esperienza del reale” in cui perdiamo il contatto con il mondo e insieme rafforziamo i nostri legami con esso, in forma illusoria, quasi reale.
La narrazione di storie attraverso le immagini
nel ridar corpo al reale, esprime anche i “fantasmi” che attraversano una società, e cioè le sue ossessioni, i suoi punti di interesse, i suoi desideri o, più correttamente, essa dà corpo all’immaginario. Questa forma illusoria è un modo di ri-figurare il mondo. In questo gioco di sottrazione, restituzione e ri-figurazione del reale, la visione di un film o di una serie TV attivano un incontro tra osservatore e osservato.
All’inizio del ‘900 il cinema ha rappresentato una rivoluzione del modo di stare insieme
e di fruire contemporaneamente dell’esperienza in sala che secondo il critico Francesco Casetti, è caratterizzata da alcuni aspetti che permettono di definire in modo sintetico l’esperienza filmica nella fase classica del cinema. Si tratta di un assembramento di persone che danno luogo a veri e propri riti grazie ai quali un individuo si aggrega al gruppo sociale e diventa membro di una comunità.
Casetti ritiene di individuare cinque aspetti nell’esperienza in sala:
1) è resa possibile da un luogo: il cinema, cioè un ambiente artificiale.
2) Riguarda immagini e suoni. Queste immagini sono delle rappresentazioni che delineano un “mondo possibile”, quello messo in scena e raccontato da un film. Queste immagini sono dunque delle invenzioni, ma anche tracce, repliche della realtà.
3) Ruota attorno alla presenza di un osservatore che ha uno scopo: vedere un film.
4) È un’esperienza collettiva, basata su un incontro sociale, un pubblico e i saperi degli spettatori sono
“condivisi”: ciascuno risponde alle sollecitazioni dello schermo in sincronia con gli altri.
5) Per partecipare lo spettatore paga del denaro. Ciò significa che al cinema si realizza una mercificazione dell’esperienza.
Da inizio anni ottanta si è verificato un cambiamento culturale
per cui l’esperienza filmica non è più basata sulla centralità della sala, ma sull’offerta molteplice e dispersiva del sistema dei media: le sale
cinematografiche sono state pian piano sostituite dagli home video. L’evoluzione è proseguita fino a rendere il film trasferibile su più piattaforme in modalità file: è stato l’inizio del fenomeno che ha portato
oggi a un impoverimento delle sale cinematografiche e che Casetti definisce “cinema 2.0”, ovvero un’integrazione di più media per fruire dei film.
Tale fenomeno si è ampliato soprattutto negli ultimi tempi. Dapprima con gli “streaming illegali”, poi è esploso con l’arrivo di piattaforme a pagamento, tra cui Netflix, Amazon Prime Video e Disney+.
Tali servizi anche grazie alla possibilità di poter dividere il prezzo dell’abbonamento tra più utenti, permettono istantaneamente di accedere a una marea di contenuti.
Ciò ha portato sempre di più ad un allontanamento delle persone dal cinema.
Il covid-19, per ovvi motivi, ha aggravato ancora di più la situazione delle sale cinematografiche. Va comunque sottolineato che, anche se il cinema è un luogo chiuso, grande attenzione hanno avuto i gestori per farne un luogo sicuro. Per evitare il contagio le persone vanno fatte sedere distanziate di cinque posti l’un l’altra. Quindi ad una situazione già critica si sono aggiunte tali complicazioni, aggravandola ulteriormente.
A causa della pandemia ci sono stati cambiamenti di programmazione da parte della Disney, infatti Mulan e Soul, due film che originariamente erano pensati per uscire in sala, hanno fatto il loro debutto direttamente sulla piattaforma ufficiale Disney+. Nel caso del primo film era anche previsto un sovrapprezzo oltre al costo dell’abbonamento, mentre il secondo, uscito il giorno di Natale, non ne ha avuto.
Questa distribuzione direttamente sulle piattaforme è stata una scelta da parte di Disney dettata dalla particolare situazione mondiale
ma cosa succederebbe se in futuro si utilizzasse sempre più questo tipo di
pubblicazione senza passare dalla sala?
Netflix, poiché nasce come piattaforma online, in passato ha già fatto così, ma ad un certo punto è stata costretta a far uscire i suoi film anche al cinema, per permettere loro di essere candidati agli Oscar. Ciò ha
introdotto un cambio nel modus operandi dell’azienda, ovvero, mentre prima un film prodotto da Netflix usciva solo in piattaforma, adesso esce circa venti giorni prima al cinema, per permetterne la candidatura, e
successivamente sulla piattaforma.
La particolare situazione mondiale ha permesso che questi servizi di streaming prendessero sempre più la scena
e chissà, se in base all’orientamento del pubblico, sempre più produttori penseranno in primis alle piattaforme streaming anziché alla sala.
A mio avviso queste nuove piattaforme rappresentano un’innovazione, perché permettono, senza limiti, anche di recuperare qualche film che può essere difficile da reperire. In ogni caso non penso potranno mai
sostituire l’esperienza in sala, perché andare al cinema è un esperienza diversa che ti immerge nel film.
Daniele Esposito
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