Maggio 2, 2024
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Non è bastata la censura ai libri considerati “proibiti”, né la decisione di sospendere la professoressa rea di aver mostrato le nudità del David di Michelangelo ai suoi studenti. In USA si è rincarata la dose, promettendo multe salatissime e carcere ai bibliotecari disobbedienti. Secondo il Washington Post, negli ultimi due anni almeno sette stati hanno approvato leggi che impongono severe sanzioni ai bibliotecari. In Arkasnas entrerà in vigore il prossimo Agosto una legge che prevede 6 anni di carcere a bibliotecari e insegnati che divulgano materiale “osceno”.

Quella cui stiamo assistendo è un vera e propria “caccia alle streghe” degna del maccartismo anni ’50

Settanta anni fa, nel mirino del governo USA finirono comunisti o presunti tali, colpevoli di voler trascinare la nazione  in un “fiume rosso”, che metteva a repentaglio il conformismo prevalente in America in quegli anni. Oggi a finire sotto la lente di ingrandimento sono quei temi che da qualche anno vengono definiti scottanti: il sesso, l’identità di genere, più in generale il libero pensiero.

Ha senso la censura e la repressione nel 2023?

E’ una domanda che ci siamo posti io ed un amico un paio di giorni fa. “ Non ha senso reprimere un luogo fisico come la biblioteca, né minacciare di carcere un bibliotecario nell’era di internet” ha sostenuto il mio interlocutore. All’inizio mi è sembrata una buona osservazione, la più plausibile. Ho ricordato le parole di Robert Darnton che definiva il libro una macchina meravigliosa, un congegno tecnologico,  e mi sono resa conto della vera paura di chi sta attuando questa repressione : lo scambio. Per scambio intendo quello fisico, comunicativo ed empatico che può avvenire solo fisicamente, tra due persone, o tra una persona ed un oggetto.

Ma soprattutto, a rendere lo scambio fisico pericoloso è che non si può controllare. La censura applicata a internet e ai social è facile, hackerando profili e oscurando canali, l’abbiamo visto fare in centinaia di paesi. Per quanto riguarda invece lo scambio di informazioni, di emozioni e di pensiero attraverso l’atto fisico, le cose si fanno più difficili, perché si può cercare di scoraggiare attraverso leggi, multe o carcere, ma non si può fermare del tutto la libertà di un individuo. Anzi, la repressione spesso genera l’effetto contrario, non piega le persone alla volontà delle istituzioni, genera invece una sorta di meccanismo di autodifesa che si tramuta nella volontà di disobbedire a divieti che riconosciamo ingiusti e lesivi della nostra libertà individuale. Ecco allora che i libri, all’apparenza dei semplici involucri di carta stampata, diventano strumenti “diabolici” che minacciano la serenità di una nazione, facendo rischiare il carcere ai bibliotecari disobbedienti.

Censura USA, carcere ai bibliotecari disobbedienti

Cosa c’è di pericoloso nei libri? Che insegnano a pensare. Mostrano luoghi, esperienze di vita e concetti talvolta difficili da assimilare, ma diversi da noi. Ci aprono mondi interiori che spesso erano sconosciuti perfino a noi stessi, scardinando quella che fino a poco prima ci sembrava la “normalità”. E tutto questo grazie ad un oggetto che pesa poco più di qualche etto, che possiamo portare ovunque e usare ovunque, usufruendone a nostro piacimento. Ecco perchè chi questi oggetti pericolosissimi ce li fornisce, diventa il nemico da abbattere per certi organi governativi, ma una risorsa per chi invece vuole continuare a sentirsi un essere pensante e libero.

 Non posso fare a meno di pensare ad un film del 1998 Pleasantville, diretto da Gary Ross. Tobey Maguire e Reese Witherspoon interpretano due adolescenti, che per uno scherzo del destino si ritrovano catapultati in una sictcom ambientata negli USA anni ’50. La vita sembra trascorrere tranquilla, con la temperatura sempre primaverile, il marito che ogni sera torna da lavoro con il classico “tesoro, sono a casa”. La moglie, perfettamente truccata e vestita, lo accoglie con abnegazione casalinga conforme alla mentalità dell’epoca. I ragazzi vanno a scuola, e i vigili del fuoco non hanno altro impegno che quello di liberare gattini dagli alberi.

La sitcom è in bianco e nero, come la vita dei protagonisti

L’arrivo di questi due ragazzi, provenienti da un altro mondo, a poco a poco introduce nella quotidianità della città la passione, non solo fisica, ma intesa come brama di scoprire nuovi orizzonti. Arrivano così i colori, e con essi la frustrazione di chi non accetta che le cose possano cambiare, possano non essere sempre uguali, sotto controllo. Ci sarà un tentativo di repressione,  ma ormai quello che la maggior parte delle persone ha scoperto non può essere taciuto ed ignorato. I colori e le sfumature che fanno parte del mondo che ci circonda non rende le cose più semplici, ma ci fanno sentire vivi.

Paola Aufiero

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