In ogni parte del mondo sono presenti siti archeologici dalle origini inspiegabili, imponenti edifici in pietra che nessuno è in grado di datare, complessi megalitici e mura ciclopiche che non si sa a cosa servissero. Troppi enigmi e misteri si trovano sulla terra ferma, celati dalle sabbie dei deserti o nascosti tra la fitta vegetazione delle foreste, ma anche sommersi sul fondo di mari e laghi, sotto decine e talvolta centinaia di metri d’acqua.
Una serie di domande sorgono allora spontanee: cosa sono e a cosa servivano? Perché sono lì? Chi li ha realizzati? Ma soprattutto, perché della stragrande maggioranza di questi luoghi non ne parlano né i libri di Storia né gli ambienti accademici né l’archeologia convenzionale?
Insegno Storia da vent’anni e per molti altri ancora l’ho studiata dai libri ufficiali e ogni volta mi sono detto, e col disagio dello studioso ogni giorno dico a me stesso: “qualcosa non torna! Mancano decine di tasselli, forse centinaia!” Forse è vero. Troppi enigmi e misteri senza soluzione. Le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino nella piana di Giza, ad esempio. Egittologi, storici e studiosi ci hanno sempre detto che sono state costruite durante i regni di questi re appartenenti tutti alla stessa dinastia faraonica, e che tutto è avvenuto in un arco temporale poco più lungo della durata di una vita. Secondo questa teoria “ufficiale”, riportata da tutti i libri di testo, l’Egitto era appena uscito dall’età della pietra quando, improvvisamente, il suo popolo divenne in grado di realizzare queste strutture enormi, perfette e dalla precisione sconvolgente. E tutto questo a quale scopo? Per custodire il corpo di un re deceduto?
Questa teoria di solo tombe non ha senso. Soprattutto se guardiamo alla più più grande delle tre piramidi, quella “di Cheope”. Al suo interno non sono mai state trovate stanze tombali affrescate – come era usanza degli antichi egizi -, il sarcofago del faraone o della sua regina, né alcuna prova o iscrizione che dimostri che la “Grande piramide” sia stata costruita durante il regno di Cheope o sia stata commissionata da lui! Ma quando si spendono i tantissimi soldi finanziati per rendere possibile una spedizione, qualcosa da dire agli accademici e al mondo bisogna pur portarla a casa!
Tra le cose non dette dai “canali ufficiali” c’è però che i monumenti di Giza hanno poi delle caratteristiche davvero insolite. Ad esempio, essi sono disposti con precisione impressionante a cavallo del trentesimo parallelo, allineandosi perfettamente ad altri siti archeologici misteriosi esistenti sul nostro pianeta.
È una semplice coincidenza o è possibile che queste genti conoscessero la forma e le dimensioni esatte della Terra? E se è così, com’è possibile, visto che accademici ed archeologi “tradizionali” sostengono che la civiltà sulla Terra non sia più antica di 5-6 mila anni e che all’epoca eravamo poco più che dei cacciatori-raccoglitori? Ma non è tutto. Sorprende poi che queste strutture gigantesche siano allineate esattamente secondo i punti cardinali e, cosa ancora più sorprendente, disposte sul suolo esattamente come le stelle della cintura di Orione.
La precisione di questi monumenti è inquietante e non è stata raggiunta da nessun’altra costruzione moderna. Com’è possibile che sia stata applicata quasi cinquemila anni fa, adoperando solo strumenti rudimentali? Sempre che esse risalgono realmente a quella età e non a diverse migliaia di anni prima. È infatti realmente possibile che le piramidi siano state costruite non cinquemila ma almeno dodicimila anni fa, da una civiltà sconosciuta. Inoltre, questa civiltà molto probabilmente era in contatto con altre civiltà presenti sul nostro pianeta! La somiglianza tra le centinaia di edifici piramidali sparpagliati per il modo avvalora fortemente questa ipotesi che, tuttavia, non è riconosciuta né accettata dagli storici tradizionali.
Sono tanti gli enigmi archeologici che non tornano e la storia andrebbe riscritta. Ma perché questo non avviene? I Maya e la loro misteriosa civiltà, ad esempio, vengono presentati sui libri di scuola solo con brevi accenni. Forse perché all’arrivo di Cortés nelle Americhe di loro non c’era già più traccia umana? E perché i religiosi cattolici giunti sul posto si affrettarono a distruggere tutti gli scritti che raccontavano la storia di questo popolo? Forse c’era qualcosa che la Santa Sede aveva scoperto e che non voleva fosse reso noto?
Si dice poi nei libri che la loro civiltà sia esistita per otto-novecento anni e nulla si dice o si sa su come sia finita. Studiosi, ricercatori ed esploratori hanno invece dimostrato che la civiltà Maya esisteva già almeno duemila anni prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli. Tra i loro edifici c’erano osservatori astronomici di grandissima precisione e centinaia di siti e città sparpagliate per il Centro America. Oggi quasi tutte sono state localizzate con le nuove tecnologie, ma purtroppo ancora nascoste al mondo dalla fitta vegetazione tropicale. E forse resteranno così per altri secoli.
Troppi enigmi e misteri…
Preziosi indizi, questi, ma solo la punta di un iceberg che inizieremo nel corso delle settimane a svelare. Parleremo di siti e luoghi di cui non si parla nei libri e nemmeno nelle aule scolastiche ed universitarie. Cercheremo di capire, soprattutto, perché questa storia “non ufficiale” ma sicuramente reale, si vuole tener celata al mondo. Tenteremo, seguendo le teorie “alternative” di importanti studiosi, di mettere ordine nel caos della “preistoria del genere umano”. In modo che non ci siano più troppi enigmi e misteri.
Partendo da antiche testimonianze archeologiche come la Grande Sfinge d’Egitto, i misteriosi templi andini di Tihuanaco, le mura ciclopiche di Malta, le imponenti piramidi del Sole e della Luna del Messico, i maestosi templi di Angkor in Cambogia e tante altre ancora, parleremo di una “realtà storica” ritenuta troppo scomoda e soprattutto pericolosa per essere conosciuta. Una storia del nostro pianeta e del genere umano che potrebbe far crollare le fondamenta su cui sorge la nostra civiltà. Una storia tutta da riscrivere, che potrebbe svelare il mistero sulla vera origine dell’uomo.