Aprile 25, 2024
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La US Copyright Office  ritira l’autorizzazione alle immagini di “Zaya of the Dawn” di Kris Kashtanova. Nonostante l’artista sia considerata autrice del testo dell’opera, della selezione del coordinamento e della disposizione dei contenuti testuali e visivi. Ciò non vale per quanto riguarda la produzione delle immagini, generate dall’intelligenza artificiale di Midjourney.

AI non soggetta a copyright perché creata da un soggetto “non-umano”

Hanno sentenziato gli avvocati dell’US Copyright Office in una lunga lettera per spiegare i motivi della revoca ai diritti d’autore sulle immagini del fumetto “Zaya of the Dawn”. Sebbene all’inizio l’opera sia stata accettata nella sua interezza, un post sui social di Kris Kashantova, dove ha spiegato che per le immagini ha usato Midjourney ha portato alla revoca dei diritti sulle immagini.

In particolare, l’ufficio dei diritti d’autore ha contestato che le informazioni circa l’uso della AI da parte dell’autrice erano incomplete. Per tale motivo si è deciso che, nel suo caso, la produzione realizzata tramite AI non soggetta a copyright. Nonostante i nomi di Kashtanova e Midjourney appaiano in copertina, non si trova alcun riscontro della AI nelle 18 pagine del fumetto.

E questo non basta per ottenere il riconoscimento del copyright, a maggior ragione se quelle immagini le ha prodotte un “soggetto non-umano”. L’autrice contesta la decisione perché alcune modifiche alle immagini sono state fatte da lei e questo dovrebbe garantire il diritto all’immagine.

Us Copyright Office sostiene che le correzioni siano “troppo piccole e impercettibili per fornire la creatività necessaria per la protezione del diritto d’autore”

Gli avvocati dell’autrice sono a favore della tesi secondo cui la AI di Midjournej fa esattamente quello che le viene impartito. Di conseguenza è soggetta alle decisioni di un essere umano. Mentre la questione in USA è ancora tutta in divenire, non si può evitare un raffronto con quanto si sta dibattendo in questi giorni in tema di AI.

Dalla notizia che l’AI non sarebbe soggetta a copyright alle vicende ChatGPT il passo è breve

E’ di pochi giorni fa la decisione di bloccare le chat generate da GPT poiché secondo il Garante della privacy ci sarebbe la possibilità di un accesso a dati personali degli utenti. Ciò ha scatenato un lungo e complesso dibattito che sicuramente terrà banco ancora per molto tempo. Quello che fa paura della AI è la sensazione che tolga potere decisionale a chi ne usufruisce. Paure che forse hanno origine da racconti distopici e film apocalittici nei quali robot e computer prendono il sopravvento sugli esseri umani, portandoli all’estinzione.

Se invece ci sforziamo di guardare le cose da un’altra prospettiva, possiamo renderci conto di quanto la AI possa essere una risorsa. In campo medico-scientifico per esempio. Molte operazioni che vent’anni fa erano inimagginabili, oggi sono possibili anche grazie alla tecnologia avanzata.

Per quanto riguarda la proprietà intellettuale le cose sembrano essere più complesse. Ma ad essere complesso è il concetto di proprietà intellettuale

Potrebbe essere altrettanto una risorsa invece in campo artistico, dove comunque l’input creativo è dato dall’artista, che con le sue proprietà intellettive e creative , suggerisce alla AI cosa fare. Ed è proprio questo il punto. Se ci riflettiamo bene, è il “soggetto non umano” ad eseguire quello che il “soggetto umano” gli suggerisce, rielaborando concetti e fatti.

Di conseguenza, se io suggerisco alla AI una mia visione personale di fatti, o persone, quello che sarà generato sarà una interpretazione soggettiva e magari distorta di un dato fatto o una data persona.

E chi è il “colpevole”, il soggetto non umano o il soggetto umano?

Paola Aufiero

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