Ottobre 8, 2024
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“Non si mangia sui colori. Ultras interisti e milanisti sono traditori”. Ad affermarlo è una voce autorevole del mondo ultras internazionale: Joe Hutton, storico leader dei Millwall Bushwackers, uno dei gruppi hooligan più noti e temuti dell’Inghilterra. Hutton ha dichiarato con fermezza che quanto accaduto rappresenta un vero e proprio tradimento della fede calcistica. In un’intervista rilasciata a Il Foglio, Hutton non ha usato mezzi termini per descrivere la sua disapprovazione verso coloro che hanno sfruttato la posizione da capo ultrà per profitti personali: “Non si mangia sui colori. Quello che è successo nelle curve di Inter e Milan è uno schifo, un tradimento della fede calcistica”.

Joe Hutton: “Ultras interisti e milanisti sono traditori”

Secondo Hutton, gli ultras coinvolti in attività speculative hanno calpestato i valori fondamentali che dovrebbero guidare i gruppi di tifoseria organizzata. “Quelli sono dei vili arraffoni”, ha detto, sottolineando che i capi ultrà si sono arricchiti sulle spalle degli stessi tifosi e dei propri compagni di curva. “I primi a doversi indignare sono loro, gli ultras”, ha continuato, esprimendo il suo sgomento per quanto accaduto.

La differenza tra hooligans e ultrà italiani

Per comprendere meglio la critica di Hutton, bisogna fare un passo indietro e capire cosa rappresentano i Millwall Bushwackers, il gruppo che ha guidato per oltre vent’anni. Attivi fin dagli anni ‘70 e ‘80, i Bushwackers erano noti per la loro violenza e le numerose risse negli stadi, specialmente all’Old Den, il vecchio stadio del Millwall FC. Hutton non nasconde il suo passato violento: “Mi sono fatto anni in prigione per il Millwall, ho menato altri ultrà e un sacco di poliziotti, non mi sono mai tirato indietro”. Tuttavia, sottolinea che, nonostante il comportamento da criminali, gli hooligans avevano un codice d’onore. “Per la gente per bene sono un criminale anch’io, ma non ho mai tradito i colori”, ha detto, riferendosi alla lealtà verso la squadra e la tifoseria​.

Lo scandalo nelle curve italiane

Hutton non risparmia le accuse contro gli ultras interisti e milanisti. Secondo lui, questi capi hanno tradito i loro stessi valori per arricchirsi. “Hanno fatto soldi sulle spalle di altri tifosi e dei loro stessi fratelli ultrà”, ha detto, parlando con disprezzo delle accuse di corruzione che hanno colpito le curve milanesi. L’ex hooligan sottolinea che un comportamento simile, ai suoi tempi, non sarebbe stato tollerato: “Se ai miei tempi fosse successo una cosa del genere, quella gente non avrebbe fatto una bella fine”.

Hutton si dice sorpreso che i tifosi non abbiano reagito con maggiore indignazione. Afferma che la tifoseria organizzata dovrebbe essere la prima a prendere le distanze da questi individui, i quali, a suo parere, hanno tradito tutto ciò che il movimento ultras rappresenta​.

Joe Hutton racconta anche il suo ritorno allo stadio dopo un lungo periodo di squalifica. Dopo trent’anni lontano dal campo, è finalmente rientrato per sostenere il Millwall. “Sono entrato allo stadio, mi sono seduto al mio posto, ma subito dopo mi sono messo in piedi per 90 minuti per incitare la mia squadra”, racconta, dimostrando che la sua passione per il calcio non si è mai affievolita.

Nonostante il suo passato violento e criminale, Hutton si è sempre considerato leale verso i propri colori e i propri compagni. La sua critica verso gli ultrà italiani non è solo una condanna morale, ma una difesa della dignità del vero tifo organizzato: “Certa gente dovrebbero essere i tifosi a cacciarla, perché fanno la cresta su di loro, sulla società. Sono speculatori, non tifosi”, conclude​.

La delusione di Hutton verso gli ultrà moderni

La conclusione di Hutton è amara. Gli ultras, già considerati “feccia” dalla maggioranza della società, sono stati ulteriormente screditati da chi ha tradito i propri valori. “Per gran parte della società gli ultras sono feccia, ci mancavano solo i vili arraffoni per dare ai moralisti un altro appiglio alla loro stupida e pigra tesi”, afferma con delusione. L’ex hooligan non difende la violenza, ma critica chi ha sfruttato il sistema per arricchirsi, danneggiando l’immagine di una tradizione di tifo che, secondo lui, ha sempre avuto dei principi chiari​.

Giancarlo Vitale

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