Aprile 25, 2024
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Screditare qualcuno per sentirci meglio è qualcosa che abbiamo sperimentato più o meno tutti. Cercare di mettere a tacere le nostre insicurezze mettendo in risalto difetti altrui è una pratica che affiniamo da adolescenti. Per certi versi può anche essere comprensibile, non giustificabile, data la scarsa conoscenza di noi stessi e la paura di affrontare il mondo, tipica di quella fase della vita. Capita però che le cose possano sfuggire di mano, ed ecco che la cronaca si riempie di episodi di bullismo atroce. Colpisce come sempre più spesso gli episodi più violenti riguardano ragazze che mettono in atto spedizioni punitive nei confronti di altre ragazze. Perché brave a scuola,più belle, o al contrario perché giudicate brutte, grasse, “sfigate”. Noi adulti ci affrettiamo a redarguire questi atteggiamenti, i salotti televisivi straripano di persone che affermano quanto la solidarietà tra donne sia fondamentale, e che anzi è un bene prezioso in un mondo sempre meno solidale con il genere femminile. Nei fatti le cose non stanno esattamente così

Si stima che una donna su tre e 9 adolescenti su 10 siano vittima di bodyshaming sui social

E la cosa più sconcertante è constatare che molto spesso gli odiatori sono altre donne.Cosa spinge una donna a odiare un’altra donna? La formula è quasi sempre la stessa: si critica per il fisico, per non avere figli, per avere troppi figli, per non essere indipendente o per esserlo troppo. Se una donna dopo il parto è stanca o decide di non allattare,  ecco scendere in campo miriadi di altre donne in una sorta di “bullismo materno”. Invece di sostenere la neomamma in difficoltà, mettono il carico da novanta accusandola di essere egoista ed ingrata verso il piccolo. Stessa cosa per una donna che decide di non procreare, egoista e poco realizzata. Una frustrata che magari dietro una semplicissima scelta di vita, cela chissà quale insoddisfazione  o bramosia di successo.  Fa ridere se pensiamo che la maggior parte di queste  donne sono le stesse che sui propri profili social si definiscono fervide sostenitrici dei diritti femminili. Peccato che da ridere non ci sia proprio un bel nulla.

Il movimento femminista degli anni ’70 e le lotte sociali nel corso dei decenni hanno visto per protagonista una o più donne

Viene quasi da chiedersi se proprio perché raggiunto l’apice, non si stia cadendo in una inesorabile retrocessione. Anche la politica, mai come in questo 2023 così piena di donne, in tutta Europa, ma di una corrente ideologica che ci vuole sottomesse. Ci toglie il diritto all’aborto, non fa nulla per risolvere la disparità salariale, ci dice di fare più figli ma non ci mette in condizione di crescerli, soprattutto se si è mamme che lavorano. Oppure la signora che sui social offende una ragazza perché felice dl suo corpo nonostante qualche chilo in più. E’ una deriva snervante, che vanifica gli sforzi di almeno due generazioni prima di noi. Una speranza sono le donne di paesi come la Siria , dove la repressione ai diritti fondamentali ha generato una forza combattiva e solidale.

Donne che odiano le donne, se il nemico è femmina

Eppure anche noi vediamo i nostri diritti calpestati, come citato prima. Nonostante questo sembra avere più importanza criticare un’altra donna per il suo aspetto o le sue scelte di vita, piuttosto che unire le forze per cambiare le cose. Anche una piccola conquista come l’elezione a capo di un partito a favore di una donna, viene vanificata dai commenti più o meno sprezzanti sul suo abbigliamento o sul suo aspetto. E quasi sempre questi commenti vengono dal mondo femminile.  Come spesso accade il primo nemico di una “minoranza” è un membro interno a tale categoria. Forse perché è più facile aggregarsi alla massa che prendersi la responsabilità di distinguersi.

Paola Aufiero

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