Settembre 19, 2024
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Il caso che coinvolge il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e Maria Rosaria Boccia, “ex consulente mancata” per i grandi eventi, si sta rivelando un imbarazzo crescente per il governo di Giorgia Meloni. La vicenda, in cui emergono scambi di mail, carte di imbarco e registrazioni audio, rischia di minare la credibilità del ministro e, indirettamente, dell’intera compagine di governo, portando alla luce problemi di gestione comunicativa e politica.

Facciamo chiarezza sul caso Boccia – Sangiuliano

La questione è emersa a fine agosto 2024. Boccia, un’influencer e stilista, ha pubblicato sui social un post in cui annunciava di essere stata nominata “Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi”. Questa affermazione ha subito suscitato polemiche, poiché il Ministero della Cultura ha smentito ufficialmente l’esistenza di tale incarico. Ha così di fatto creato un vuoto comunicativo che ha alimentato il gossip e le speculazioni sui media.

La situazione si è ulteriormente complicata quando Boccia ha condiviso ulteriori documenti, tra cui mail, carte di imbarco e audio che sembrano dimostrare una stretta collaborazione con il ministro e la partecipazione a eventi ministeriali come il G7 della Cultura. La vicenda ha portato l’opposizione, in particolare esponenti di Italia Viva e del Partito Democratico, a presentare interrogazioni parlamentari per chiarire se siano stati utilizzati fondi pubblici per le trasferte e le spese della stilista.

Da parte sua, Sangiuliano ha negato l’uso di fondi ministeriali. Ribadendo che si trattava di una conoscenza nata durante la campagna elettorale del 2022 e che non c’è stata alcuna nomina formale. Tuttavia, il caos mediatico intorno alla vicenda ha spinto la premier Giorgia Meloni a richiedere spiegazioni in privato al ministro. Nel frattempo i media continuano a riportare dettagli sulla vicenda, sollevando ulteriori dubbi e perplessità sulla trasparenza del ministro.

L’uso di denaro pubblico… …forse Sangiuliano ha commesso l’ennesima gaffe

Sè, risultasse vero che a pagare per trasferte, alloggio e altre spese sia stato un comune, una regione o un ente sovvenzionato dallo Stato, si tratterebbe comunque di denaro pubblico. Sangiuliano ha affermato di non aver utilizzato fondi del Ministero della Cultura per queste spese, ma l’uso di risorse da parte di altri enti pubblici come comuni o regioni rientra ancora nell’uso di denaro pubblico.

In altre parole, se tali spese sono state coperte da un ente finanziato con fondi pubblici, la questione resta legata all’uso delle risorse dello Stato. Questa ambiguità contribuisce a far crescere la pressione sul governo Meloni e il ministro Sangiuliano.

Perché sta diventando un caso spinoso?

La gestione comunicativa del caso Boccia-Sangiuliano sta diventando un problema per il governo Meloni per diverse ragioni. Prima di tutto, la pubblicazione continua di documenti e messaggi sui social da parte di Boccia crea una narrazione difficile da controllare. Il fatto che il caso si sviluppi pubblicamente sui social media, dove Boccia ha un notevole seguito, aumenta la risonanza della questione e mette in difficoltà l’esecutivo nel mantenere il controllo del discorso pubblico​.

In secondo luogo, l’insistenza del ministro sulla trasparenza delle spese e sulla sua innocenza non sembra placare i sospetti, alimentando invece la percezione di opacità. La difesa di Sangiuliano, che ha paragonato la sua situazione a quella di altri ministri come Matteo Salvini e Dario Franceschini, non ha fatto altro che rafforzare l’idea di una presunta relazione personale tra lui e Boccia. Risultato: è aumenta la pressione mediatica e politica sul ministro.

Infine, le dimissioni richieste da parte dell’opposizione contribuiscono a tenere alta la tensione, rendendo la vicenda un potenziale punto di debolezza per il governo. La situazione di incertezza e di continua emersione di nuovi dettagli rende difficile per l’esecutivo distogliere l’attenzione mediatica dal caso e tornare a concentrarsi su questioni di governance più rilevanti.

Il caso Boccia-Sangiuliano: una lezione di crisi comunicativa

Il caso Boccia-Sangiuliano è un esempio chiaro di cattiva gestione comunicativa in politica. L’esposizione della vicenda sui social , unita a una difesa goffa, ha trasformato quella che poteva essere una questione privata in un caso pubblico. Il tutto aggravato dal fatto che in questo momento il Premier sta ottenendo un prestigioso risultato in politica estera, risultato offuscato da quella che appare sempre di più un caso che sfiora il farsesco.

Francesca Rampazzo

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