L’avvento sei social ha causato, negli anni, la perdita di quasi il 40% di siti e pagine web storiche. Conseguentemente anche la perdita di dati storici è diventata un problema sempre più rilevante. Google, in collaborazione con The Internet Archive, ha lanciato un’iniziativa per preservare pagine web scomparse, rendendo il “web del passato” accessibile attraverso la famosa Wayback Machine. Questa partnership ha lo scopo di offrire agli utenti la possibilità di esplorare versioni storiche di siti web direttamente dai risultati di Google Search, consentendo di recuperare contenuti preziosi che, in alcuni casi, non sono più disponibili online.
Google e Il problema del web scomparso
Secondo una ricerca condotta dal Pew Research Center, circa il 38% delle pagine web create è stato cancellato o non è più raggiungibile. Questo fenomeno, noto come “link rotto” o “decadimento dei link”, rappresenta una sfida importante per studiosi, ricercatori e utenti che cercano di accedere a contenuti storici o verificare informazioni passate. Mark Graham, direttore della Wayback Machine, ha spiegato che molte pagine web sono diventate “fantasmi digitali”, a causa di fallimenti aziendali, aggiornamenti dei sistemi di gestione dei contenuti o eventi che hanno portato alla rimozione dei siti stessi. Ma anche scellerate politiche di restyling dei siti che cancellano interi archivi in nome del dio algoritmo.
La missione di The Internet Archive è semplice ma fondamentale: preservare la storia digitale e garantire che le informazioni non vadano perdute. Tuttavia, senza la collaborazione di piattaforme come Google, l’accesso a queste risorse sarebbe molto più complesso per l’utente medio. Graham ha sottolineato l’importanza di questo progetto: “La storia del web è fragile. Se non la conserviamo, la perdiamo per sempre.”
Come funziona l’integrazione con Google
Grazie a questa nuova funzionalità, gli utenti che utilizzano Google Search potranno accedere facilmente alle versioni archiviate delle pagine web. Quando effettuano una ricerca, accanto ai risultati troveranno un menu a tre puntini che consente di selezionare l’opzione “Scopri di più su questa pagina”. Una volta cliccato, si verrà indirizzati alla Wayback Machine, dove sarà possibile esplorare una cronologia del sito e vedere come si è evoluto nel tempo. Questo strumento si rivela utile non solo per chi desidera recuperare pagine perdute, ma anche per coloro che vogliono confrontare come le informazioni sono cambiate nel tempo.
Un valore inestimabile per ricercatori, studenti e giornalisti
Questa iniziativa non è solo un esercizio nostalgico, ma rappresenta un’opportunità concreta per chi lavora nel mondo accademico o giornalistico. Ricercatori, storici e studenti possono ora accedere facilmente a risorse che altrimenti sarebbero perdute. La Wayback Machine, con il suo archivio di miliardi di pagine web salvate, diventa uno strumento potente per la verifica dei fatti e per esplorare come i contenuti online siano cambiati nel tempo. Questa funzione è particolarmente rilevante in un’epoca in cui le notizie e i contenuti digitali vengono aggiornati rapidamente o rimossi.
Limitazioni dell’accesso ai contenuti archiviati
Nonostante i numerosi vantaggi, esistono alcune limitazioni. I titolari dei diritti di un sito web possono scegliere di non far archiviare i propri contenuti, e in caso di violazioni delle norme sui contenuti o del copyright, le pagine archiviate potrebbero essere rimosse o limitate nell’accesso. Tuttavia, The Internet Archive e Google stanno cercando di garantire che il massimo numero di risorse sia disponibile e accessibile, rispettando le normative e i diritti degli autori.
Preservare la storia del web
Questa collaborazione tra Google e The Internet Archive ha un impatto significativo non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche culturale e storico. La possibilità di esplorare il “web perduto” consente di preservare un patrimonio digitale che altrimenti rischierebbe di scomparire. Man mano che il web si evolve, con contenuti che vengono cancellati o modificati, è essenziale garantire che le generazioni future possano accedere alla storia digitale e comprendere come si è sviluppata nel tempo.
La preservazione della memoria digitale diventa così una missione cruciale per assicurare che la storia del web rimanga accessibile e comprensibile per ricercatori, appassionati di tecnologia e generazioni future.
Francesca Rampazzo
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