Ieri è stata pubblicata una lista di proscrizione dal “Nuovo Partito Comunista Italiano” (NPCI), un gruppo estremista di ideologia comunista che ha causato un profondo allarme nel panorama politico e sociale italiano. La lista, intitolata “Avviso ai Naviganti 145”, elenca oltre cento tra persone e aziende accusate di avere legami con Israele e di essere “agenti sionisti” in Italia. Tra i nomi figurano politici, giornalisti, intellettuali e imprenditori di rilievo, tutti individuati come presunti promotori di un’agenda filo-israeliana nel paese. Questo atto ha generato reazioni, sebbene in modo tardivo e frammentato, da parte del mondo politico, ma il dibattito è stato praticamente assente anche sui media, lasciando una sensazione di sconcerto e preoccupazione.
Affinità stilistiche con i ciclostili degli anni ’70
La pubblicazione della lista di proscrizione da parte del NPCI richiama alla mente i ciclostili degli anni ’70, sia nel linguaggio che nella grafica. Questi documenti, che erano ampiamente utilizzati dai gruppi estremisti durante gli anni di piombo, erano caratterizzati da un design essenziale e grezzo, pensato per trasmettere un senso di urgenza e di mobilitazione. Il linguaggio della lista NPCI è fortemente ideologico e ricorda le retoriche militanti di quegli anni, con espressioni che mirano a creare un clima di tensione e conflitto sociale. Questo stile non è una semplice scelta estetica, ma un deliberato tentativo di evocare e risuscitare il clima di paura e di sospetto che caratterizzava quegli anni.
Perché è antisemitismo
L’accusa rivolta dal NPCI alle persone e aziende elencate nella lista di essere “agenti sionisti” è un atto di antisemitismo. Il termine “sionista” viene spesso utilizzato in modo denigratorio da gruppi estremisti per indicare non solo coloro che supportano Israele, ma anche chiunque venga percepito come affiliato o simpatizzante della causa ebraica. Questo non è semplicemente un attacco politico, ma una perpetuazione di vecchi stereotipi antisemiti che dipingono gli ebrei come una forza oscura e maligna che cospira contro la nazione.
Definire qualcuno “agente sionista” sulla base di un presunto legame con Israele è un’accusa infondata che mira a delegittimare persone e aziende, alimentando l’odio e la divisione. Questo tipo di retorica non solo mette in pericolo la sicurezza di coloro che sono stati inclusi nella lista, ma rischia di normalizzare l’antisemitismo in un momento in cui l’Europa sta vedendo una preoccupante recrudescenza di sentimenti antisemiti.
L’inquietante silenzio della politica
Nonostante la gravità della pubblicazione di questa lista, la reazione della politica è stata sorprendentemente tiepida e tardiva. Il segretario del Partito Democratico (PD), Elly Schlein, così come altri leader politici di rilievo, non ha rilasciato dichiarazioni immediate, lasciando che la condanna di questo atto giungesse principalmente da esponenti della società civile e da pochi altri membri della scena politica. Questo silenzio è preoccupante, poiché può essere interpretato come una sottovalutazione del problema o, peggio ancora, come una forma di tacito assenso.
L’assenza di un dibattito pubblico su questa lista di proscrizione è altrettanto allarmante. In un contesto in cui la radicalizzazione politica e l’odio etnico stanno trovando nuove vie di espressione, il mancato intervento della politica potrebbe legittimare ulteriormente gruppi estremisti come il NPCI, che si sentono autorizzati a perseguire le loro ideologie senza alcuna forma di censura o opposizione.
I pericoli di un nuovo ’70 alle porte
La pubblicazione di questa lista di proscrizione da parte del NPCI non può essere vista come un evento isolato. Essa richiama pericolosamente i metodi di intimidazione e di propaganda utilizzati negli anni ’70, quando l’Italia era segnata da violenze politiche, attentati e minacce. Il richiamo stilistico e linguistico a quel periodo è un segnale di allarme che non può essere ignorato.
Con la crescente polarizzazione politica e sociale, il rischio che si ripeta un clima di tensione simile a quello degli anni di piombo è reale. Se la società e la politica italiana non reagiranno con fermezza, condannando senza riserve questo tipo di iniziative, potremmo assistere a una recrudescenza della violenza politica e a un ritorno a quelle dinamiche pericolose che hanno segnato uno dei periodi più bui della storia italiana.
La lista di proscrizione del NPCI rappresenta un grave attacco alla coesione sociale e alla sicurezza delle persone. Oltre a evidenziare quanto sia pericolosamente radicato in Italia l’antisemitismo. È essenziale che tutti i settori della società, inclusa la politica, reagiscano prontamente per prevenire un ritorno a un passato che nessuno vuole rivivere.
Ginevra Leone
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