Il 15 settembre 2024 segna il 70° anniversario di una delle immagini più iconiche del 20° secolo: la celebre foto di Marilyn Monroe con la gonna bianca sollevata dal soffio d’aria di una grata della metropolitana. Questa immagine leggendaria, scattata dal fotografo Sam Shaw nel 1954 durante le riprese del film Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch), ha immortalato Monroe come simbolo di sensualità e stile, consolidando il suo status di icona mondiale. Ancora oggi, l’immagine continua a ispirare generazioni, diventando un simbolo non solo di bellezza, ma anche di emancipazione femminile.
Il contesto: Le riprese e la scena iconica
La famosa scena fu girata nella notte del 15 settembre 1954 a New York, precisamente su Lexington Avenue, di fronte a una folla entusiasta. Monroe, vestita con il suo famoso abito bianco disegnato da William Travilla, si posizionò su una grata della metropolitana. Quando l’aria sollevò la gonna del vestito, la scena divenne immediatamente iconica. Anche se le riprese originali furono rifatte in studio per problemi tecnici legati al rumore della folla, le fotografie di Sam Shaw catturarono il momento perfetto, trasformandolo in un’immagine senza tempo. La scena, in cui Monroe ride divertita mentre cerca di mantenere la gonna giù, esprime non solo la sua bellezza, ma anche la sua gioia di vivere, che ha affascinato il pubblico mondiale.
Il ruolo di Sam Shaw
Sam Shaw, amico intimo di Monroe, fu l’artefice di quella scena tanto famosa. L’ispirazione per il “soffio d’aria” venne a Shaw anni prima, osservando l’effetto del vento sulle gonne delle donne mentre camminavano per strada. Riconoscendo il potenziale visivo di quel momento, Shaw propose l’idea al regista Billy Wilder, che lo accolse favorevolmente. La fotografia scattata quella notte non solo promosse il film, ma rafforzò ulteriormente l’immagine di Monroe come una delle più grandi star di Hollywood. Shaw era noto per catturare momenti spontanei e autentici, e in questa occasione creò un’immagine che non solo promuoveva il film, ma definiva l’epoca stessa.
Un effetto travolgente sulla vita personale di Monroe
Nonostante la celebrità di quella scena, la vita personale di Monroe non ne trasse beneficio. Il suo matrimonio con il leggendario giocatore di baseball Joe DiMaggio ne soffrì pesantemente. DiMaggio, noto per il suo carattere geloso e riservato, non apprezzò l’attenzione pubblica sulla sensualità di sua moglie durante le riprese. La tensione tra i due culminò proprio dopo quella scena, quando DiMaggio lasciò il set infuriato per il trattamento riservato a Monroe. Questo episodio contribuì alla fine del loro matrimonio, che si concluse con un divorzio poche settimane dopo.
L’impatto culturale e l’eredità dell’immagine
L’immagine della gonna sollevata divenne un’icona culturale mondiale, riprodotta e citata innumerevoli volte nel corso degli anni. Monroe stessa, pur se abituata all’attenzione mediatica, non avrebbe mai immaginato che quella scena avrebbe segnato indelebilmente la storia del cinema e della fotografia. La foto, più che una semplice immagine sensuale, rappresenta una fusione perfetta tra la magia del cinema e il potere della fotografia di catturare un momento fugace e trasformarlo in eterno. Nel 2011, l’abito bianco che indossava in quella notte fu venduto all’asta per la cifra record di 4,6 milioni di dollari, a dimostrazione dell’impatto culturale duraturo dell’immagine.
Un anniversario che celebra un’icona senza tempo
Settant’anni dopo, l’immagine di Marilyn Monroe con la gonna alzata rimane un potente simbolo di fascino e glamour. Questo anniversario non è solo un ricordo di un momento cinematografico leggendario, ma una celebrazione di una donna che ha saputo incarnare la bellezza, la forza e la vulnerabilità umana. L’impatto della fotografia di Shaw e la presenza magnetica di Monroe continuano a ispirare artisti, fotografi e designer di tutto il mondo. Questo anniversario ci ricorda come una singola immagine possa avere un impatto profondo e duraturo sulla cultura popolare, rendendo Monroe un’icona senza tempo.
Cristina Ferrari
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