Aprile 24, 2024
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In Italia lo stato di emergenza è finito. E come si sente la generazione dei più giovani davanti a questo? Quali sono i loro sogni e le loro speranze per il futuro? Penso di parlare a nome della maggior parte dei miei coetanei se dico… che abbiamo paura. La pandemia ha cambiato tante cose, ha cambiato noi stessi. Come generazione dei più giovani sento, inoltre, che portiamo un fardello importante.

La pandemia non ha cambiato solo le nostre speranze future ma anche la nostra vita professionale

I giovani sono, infatti, la categoria che è stata maggiormente colpita dalla crisi economica portata dalla pandemia. Nel 2020 molte persone hanno perso il lavoro, tra cui moltissimi giovani, e come se non bastasse… hanno visto le proprie condizioni sociali limitate, portando molti ad avere problemi di depressione.

Durante il webinar “Age of inequality: Youth in time of COVID-19” tenuto dal Diversity Europe Group per la Conferenza sul futuro d’Europa, si è discusso di come sia importante una ripresa dove vengano inclusi i piani delle nuove generazioni. Bisogna istaurare un dialogo più efficace con questi ultimi e investire i fondi nel green e nel digitale. Perché solo in questo modo, l’ Europa sarà un luogo più sostenibile e vivibile per loro.

Come ho menzionato prima, una delle maggiori cause di stress e paure per i giovani dall’inizio della pandemia è la disoccupazione. Come si potrebbe risolvere, però, questo problema? Magari istituendo dei fondi di ripresa per il sostegno finanziario a quei giovani lavoratori precari e agli studenti che hanno perso il lavoro e che continuano ad avere perdite di reddito.

Mario Draghi ha detto: “Ai giovani bisogna dare di più”

Poiché il debito creato dalla pandemia è cresciuto a dismisura e saremo, per di più, proprio noi giovani a doverlo ripagare, abbiamo bisogno degli strumenti necessari. Questi, però, non li vediamo ancora. E servono adesso. Non si può aspettare, perché se aspettiamo il lavoro sarà ancora più difficile. Personalmente, vedo il governo italiano da sempre come un qualcosa che parla tanto ma fa molto poco. E ascolta poco. Sopratutto la nostra generazione, nella quale vedo del progresso, vedo un futuro, perché la considero fortemente più inclusiva, con meno pregiudizi, con una mente più aperta. Ma in Italia, dove predomina la parte più anziana questo sbilanciamento è ancora molto netto e si fa sentire.

Bisogna avere degli aiuti anche dai propri “predecessori”. E se questi sono gli stessi che hanno affossato il DDL Zan e ne vanno anche fieri… non voglio considerarlo quasi come il mio paese. Perché, oramai, non mi rappresenta più. Secondo me il governo italiano ha perso negli anni una caratteristica fondamentale: la rappresentatività. Per questo e per tantissimi altri motivi, molti giovani hanno lasciato e stanno lasciando il paese. E, la verità, è che sono tutti felicissimi dove stanno. Per lo meno quelli che ho sentito.

Per questo, una delle speranze più grandi della mia generazione è quella di andare via dall’Italia.

Ed è triste. Questa cosa mi rattrista molto, perché se i giovani se ne vanno, l’Italia è, semplicemente, un paese senza futuro.

Pochissimi credono che tutto tornerà come prima. Per la maggior parte, la normalità non esisterà praticamente più. Staremo insieme in modo diverso, la socialità è fortemente cambiata e l’online si è istaurato ancora più profondamente nelle nostre vite. Il distanziamento sociale, il lockdown insieme al digitale hanno fortemente cambiato il nostro modo di relazionarci. Da un lato, quasi non ci ricordiamo neanche più come si faccia. Personalmente, la mia socialità è nettamente cambiata.

Sono tantissimi i momenti in cui mi sento sola anche quando mi trovo in mezzo ad una folla.

In tutto questo, però, c’è anche una nota positiva. Da alcuni sondaggi è emerso che, oltre alla consapevolezza delle difficoltà, per la nuova generazione c’è anche una discreta fiducia nel futuro. Ciò che conterà maggiormente sarà la creatività. Questa sarà uno dei punti di forza maggiori che riporterà le speranze ai giovani per il loro futuro. Una creatività che ci permetterà di reinventarci, di guardare le cose in modo diverso, e affrontare, così, con strumenti sempre più innovativi le nuove importanti sfide che la vita di porrà davanti.

I giovani, ad esempio, si sono mostrati anche particolarmente sensibili sul tema climatico e questa sarà una delle grandi crisi che dovremo affrontare.

L’eredità lasciataci dalla pandemia è un qualcosa di difficile da gestire, ma sarà comunque per noi un terreno dove poter trovare grandi opportunità, dove poterci mettere in gioco e spingerci verso quel, da una parte tanto atteso, cambiamento sociale, politico ed economico che sarà inevitabile sotto molti aspetti.

Avere un mondo senza guerre e conflitti, è una delle nostre speranze più grandi.

E se guardo ad un futuro ne troppo lontano e ne troppo vicino, riesco ad immaginarmi questo mondo. Sicuramente non sarà perfetto, ma avrà sradicato tante radici marce, seminate con odio e pregiudizio e che la terra ha avuto per moltissimi secoli. Lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra vita che è sicuramente la cosa più preziosa che abbiamo, lo dobbiamo alle future generazioni. Noi, ora, abbiamo questo potere e ciò mi mette tanta gioia.

Non sarà facile, ma è un buon motivo per ripartire.

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