Da Yellostone a Django, passando per Westworld. Siamo forse di fronte a un nuovo, radioso, orizzonte per il genere western?
Epopa Western che evoca virtù eroiche il wester torna sempre, tra alti e bassi
che sia declinato al futuro o all’italiana con i mitici spaghetti western di Sergio Leone. E’ stato glorioso fino agli anni ’80 almeno con interpreti nell’immaginario di tutti. John Wayne, Gary Cooper e Clint Eastwood, poi ha vissuto un declino, non senza eccezioni come Balla coi lupi (1990) di Kevin Costner, Gli spietati (1992) di Eastwood, Quel treno per Yuma (2007) di James Mangold.
Ora è di nuovo in cammino, meno macho, più aperto alle donne
basti pensare al Potere del Cane, il film Oscar 2022 di Jane Campion. Un rinnovamento che passa anche per la serialità, titoli amatissimi come Yellostone lo testimoniano: creata da Taylor Sheridan e John Linson, la serie, che segue le vicende della famiglia Dutton, proprietaria di un ranch nel Montana, è arrivata alla quinta stagione. Nel primo trailer John Dutton (Kevin Costner) deve affrontare ufficialmente una tripla minaccia, cowboy, gangster e governatore del Montana. Come dice lo slogan della nuova stagione, “il potere ha un prezzo” e quel prezzo sembra essere una guerra letterale con i nemici della famiglia.
Una serie che è un western moderno, talmente di successo da generare ben due spin off: 1883, già distribuito da Paramount, segue le vicende della famiglia Dutton in quell’anno, raccontando la storia di come divenne proprietaria di alcune vaste terre nel territorio del Montana. E 1923, attualmente in produzione (su Paramount+ a dicembre), che racconterà un’altra generazione di Dutton, vissuta nei primi anni del Novecento, tra depressione economica e Proibizionismo, con protagonisti Harrison Ford ed Helen Mirren.
Kevin Costner è un paladino della nuova ondata del western
al punto che lui stesso tornerà dietro la macchina da presa per Horizon, a 19 anni da Terra di confine – Open Range, un altro western. L’attore di Balla coi lupi ama questo genere cinematografico più di ogni altro e in Horizon racconterà 15 anni, a cavallo della Guerra civile, nel momento di massima espansione e colonizzazione del West.
Alla Festa di Roma (13-23 ottobre) è atteso Django
liberamente ispirata al classico di Sergio Corbucci: 10 episodi con la regia di Francesca Comencini, con Matthias Schoenaerts Django e Nicholas Pinnock l’antagonista John Ellis, prodotta per Sky Studios e Canal+ da Cattleya e Atlantique Productions in arrivo su Sky Original. “Un omaggio appassionato al western per cercare di parlare del nostro tempo. Una serie colorata, luminosa e al tempo stesso malinconica e portatrice di un senso di crisi verso tutto ciò in cui si è creduto, e del tentativo di andare avanti lo stesso, cercando una seconda possibilità in quel che resta della vita una volta perdute le illusioni”, ha detto Comencini.
Sempre alla Festa di Roma ecco l’immancabile Nicolas Cage interpretare un veterano cacciatore di bufali
in BUTCHER’S CROSSING di Gabe Polsky, in concorso. Adattato dal romanzo omonimo di John Williams, è un’oscura epopea western ambientata nel 1870, in una valle isolata delle Montagne Rocciose del Colorado, dove vivono migliaia di bufali la cui pelle vale oro, una storia sulla natura umana, la mascolinità e il rapporto dell’uomo con il suo ambiente naturale.
A Venezia si è visto Dead for a Dollar, il nuovo film di Walter Hill che va alla ricerca dei residui del genere western con una trama classica con tanto di cacciatore di taglie (Christoph Waltz) ma soprattutto, per un tuffo nostalgico, il bel documentario di Francesco Zipper, Sergio Leone l’italiano che inventò l’America.
Una nuova alba per il wester? Forse, in verità, non è mai tramontato
Lucio Russo
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