In trap Veritas: Wase, al secolo Mattia. Un ragazzo impregnato da una forte wave americana, dallo stile a tratti innovativo. Poeta tormentato che cerca di distringuersi dalla mischia dell’attule scena trap. Questo ragazzo di Vicenza scrive e canta i propri testi da 11 anni, e da poco più di 4 mesi ha pubblicato sulle piattaforme digitali i suoi primi pezzi.
Nel brano “Non ho mai capito“, mi perdo nel beat ipnotico, sovrastato da una voce profonda che a tratti diviene acuta, sporcata leggermente da auto tunes. Un brano che lascia ben sperare per il futuro, e un giorno potremmo scoprirlo pubblicato dalla Universal, perché non sognare?
In “Credo di poter“, sono forti le influenze di Luche, che Wase fa sue, dando un’impronta personale. Di questo emergente prediligo il modo in cui dai testi trasudi passione coinvolgendoti e per un istante ti immedesimi in sentimenti comuni eppure opposti. Mi piace che spazi coi sound, così lo stile risulta versatile. Come artista è molto autocratico e scrupoloso.
I suoi versi sono profondi, viscerali, prendono le distanze dalla classica linea trap/rap del momento, trasformandolo in una sorta di poeta malinconico dei giorni nostri.
Altro brano che vi segnalo è “Red Alice“, criptico al primo ascolto, racconta di un Wase passato che si perde per poi ritrovarsi, senza rinnegarsi mai, accompagnando in questo viaggio interiore anche chi lo ascolta.
Alla domanda: “Se la musica fosse individuo, cosa le diresti?”. Wase ha risposto: “Sei il mio più grande amore e mai ti tradirò“.
Per adesso è tutto, lasciamo spazio alla musica. Ascolta Wase su Spotify
E se te li sei persi scopri: